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4 set 2011

Insonnia

Non dormire abbastanza a lungo andare causa problemi all’organismo, in primis la mancanza di sonno dà effetti sul tono dell’umore e problemi psichiatrici, danneggia il sistema cardiovascolare (senza il sonno la pressione non si abbassa e la frequenza cardiaca non rallenta) aumenta la propensione al diabete, non dormire fa ingrassare perché l’insonnia blocca l’azione dell’ormone che causa sazietà e si è attirati sopratutto da i carboidrati. Tra i fattori scatenanti dell’insonnia c’è l’invecchiamento della popolazione, le persone anziane fanno meno attività, vanno a letto presto e si risvegliano nel cuore della notte, spesso hanno disturbi che interferiscono con il sonno come dolori articolari, problemi cardiovascolari e respiratori, ma secondo uno studio recente a cura dell’Università di Bologna, pare che per gli Italiani dormire sia una perdita di tempo, si va a letto sempre molto tardi, ci si portano dietro preoccupazioni, si vivono giornate frenetiche e stressanti. In Italia il 35% delle persone ha problemi con il sonno un 10% della popolazione ne risente di giorno accusando malessere generale, difficoltà di concentrazione e irritabilità. Dormiamo sempre meno e sempre peggio: 6 ore sono la soglia sotto la quale il sonno viene considerato di breve durata, 200 milioni di euro la spesa annuale per curare l’insonnia ma quali sono i farmaci più largamente prescritti? La categoria dei benzodiazepinici o ansiolitici ipnoinducenti che hanno soppiantato i vecchi barbiturici. Le BDZ sono i
farmaci sedativo-ipnotici più ampiamente utilizzati nel trattamento del disturbo del sonno anche se il loro utilizzo non si limita solamente a questo. Sono farmaci con un buon indice terapeutico, pertanto sicuri -dice il Dr. Franceschini C. del Dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi di Ferrara- tranne se assunti in associazione ad altre sostanze deprimenti il Sistema Nervoso Centrale, quali per esempio l’alcool, tuttavia possiedono anche alcuni effetti collaterali da non sottovalutare quali la sedazione diurna e soprattutto sono soggetti a sviluppare tolleranza e dipendenza. A dosi elevate possono provocare perdita di coscienza, anestesia generale fino al coma, depressione circolatoria e respiratoria.
E’ importante sapere che: prima di ricorrere ai farmaci bisogna cercare di stabilire l’origine dell’insonnia e per quanto possibile trattare le cause che l’hanno provocata. Un insonnia primaria spesso dipende da un disagio emotivo oppure da una malattia fisica, può durare poche settimane, scomparire per qualche tempo e poi ripetersi. L’insonnia cronica raramente beneficia degli ipnotici e le cause più comuni sono da ricercare nello stile di vita, nell’abuso di alcool o altre dipendenze, nelle forme di ansia e depressione. Le alterazioni del sonno sono molto frequenti nelle depressioni, l’insonnia terminale (risveglio precoce) sono un segno utile per la diagnosi mentre la difficoltà a prendere sonno è un segnale inconfondibile di tutti gli stati ansiogeni. Quando diventa inevitabile ricorrere ai farmaci ipnotici è bene sapere che l’uso non dovrà essere prolungato per più di 8 settimane e una volta interrotta l’assunzione il sonno potrà essere disturbato per alcuni giorni o settimane, interrotto da sogni vividi prima che si ristabilisca di nuovo il ritmo normale.
Lettura energetica: le alterazioni del ritmo sonno/veglia indicano una tensione del “terzo occhio” e del plesso solare, l’attività mentale ha perso il suo equilibrio diventando eccessiva e l’individuo tende a tenere sotto controllo tutte le aree della sua vita per sopperire alla mancanza di sicurezza, ma spesso l’insonnia è un campanello di allarme che annuncia un disagio psichico ben mascherato. Un buon rimedio oltre alla meditazione e allautomassaggio descritto nei post precedenti è dato dai cerotti di libera vendita in farmacia che sfruttano il punto di agopuntura Shenmen (la porta dello spirito) e che si trova sulla piega interna del polso, questo dispositivo si applica 30m. prima di coricarsi e si rimuove al risveglio, l’acupressione esercitata in questo punto favorisce la qualità e la durata del sonno.

fonti:
Dr. Maurice M.Ohayon Stenford University
Dr. Claudio Cricelli presidente Società Italiana Medicina Generale SIMG(art.di la Reppublica 16-02-2011)
Dr. Christian Franceschini Dipartimento di Farmacia -Università degli Studi di Ferrara

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