La paura determina il nostro comportamento e il nostro modo di agire ne è la diretta conseguenza. Nella penombra una corda può sembrare un spaventoso serpente, fino all’attimo in cui non troviamo il coraggio di guardare da vicino e allora ci rendiamo conto che non è altro che una corda. Se esaminiamo questa caratteristica dell’atteggiamento umano possiamo notare che la paura, nella maggior parte dei casi, non è altro che una proiezione della nostra immaginazione. E’ proprio della natura umana cercare di essere rassicurati quando temiamo avvenimenti spiacevoli e cercare di esternare questi timori con amici, familiari e terapeuti, aspettandosi parole di conforto e comprensione che ci aiutino a trovare il coraggio di affrontare il fantasma della paura. Ma nessun amico, familiare o terapeuta potrà fare il lavoro per noi stessi. E’ importante invece entrare in conversazione amichevole con sé stessi e ammettere -si ho paura-. Perché ho paura? E che volto ha questa paura? Il ricercatore psicologo e psicoterapeuta Roberto Benini, le cui letture e conferenze hanno influenzato maggiormente il mio pensiero, le ha individuate in ordine di apparizione e comprendono: la gelosia, l’invidia, il senso di colpa, fino alla più terribile e devastante angoscia, che può spedire come conseguenza della sua sopportazione nell’abisso delle malattie psichiche e somatiche.
Non dimentichiamo che la paura è un segnale primordiale dell’essere umano, noi abbiamo paura quando ci sentiamo minacciati nel nostro bisogno di sicurezza sia essa fisica, emotiva o materiale, ma è bene ricordarsi che niente e nessuno ha potere su di noi, a meno che non glielo abbiamo dato noi stessi.
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